Quando io e i miei due fratelli eravamo piccoli e i nostri genitori lavoravano a tempo pieno, i nonni si occupavano di noi ogni giorno dopo la scuola. Nonna Fulvia aveva sempre un buon pranzo pronto per noi: di solito c’era un piatto di pasta, delle verdure e un po’ di carne. La nonna era severa e non ci permetteva quasi mai di mangiare il dolce: solo il mercoledì o il giovedì ci preparava una torta e quelli erano giorni molto speciali per noi. Nonno Roberto invece era più permissivo: ci portava spesso fuori a giocare al parco e sulla strada ci fermavamo alla pasticceria di piazza Garibaldi a prendere un bombolone o un’altra brioche. La nonna sapeva di queste trasgressioni, ma non diceva niente. Forse è proprio per questo motivo che non ci permetteva di mangiare dolci frequentemente!  

I nonni vivevano in campagna e nel loro giardino c’era un grande albero che noi usavamo per arrampicarci.  Non so quante volte ci siamo arrampicati su quell’albero, ma mi ricordo che una volta mio fratello Manuele è caduto e si è fatto male.  È successo perché mentre si arrampicava ha visto un piccolo serpente attorcigliato su un ramo, si è spaventato, ha lasciato andare il ramo ed è caduto a terra. I nonni l’hanno portato subito in ospedale, e per fortuna mio fratello aveva solo un braccio rotto e qualche livido.

Ora che io e i miei fratelli abbiamo più di trent’anni e che i nonni non ci sono più ricordiamo spesso i bei momenti passati con loro.  A me piaceva così tanto la loro casa di campagna che ho deciso di comprarla e di andarci a vivere con mia moglie e la mia bambina. Traslochiamo il mese prossimo, e personalmente non vedo l’ora di cominciare questo nuovo capitolo della nostra vita.